Polemica per le dichiarazioni del Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, sulla situazione della scuola nel Sud Italia. Lo scorso sabato a Cortina d'Ampezzo, il Ministro ha dichiarato che "nel Sud alcune scuole abbassano la qualità della scuola italiana", sostenendo la necessità di organizzare dei "corsi intensivi per gli insegnanti" in Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata.
Queste parole hanno immediatamente sollevato un polverone, tanto che ieri Mariastella Gelmini è tornata a parlare dell'argomento, spiegando meglio quello che intendeva dire. Il Ministro sostiene infatti di essere stata fraintesa, perchè non voleva insinuare che "gli insegnanti del Sud abbassano la qualità della scuola italiana", ma si è "limitata a segnalare che la scuola nelle regioni meridionali è colpita da una grave crisi".
Quindi il suo non sarebbe un attacco nei confronti della preparazione dei professori meridionali, ma semplicemente un attacco alla scuola del Meridione.
Nelle intenzioni del Ministro ci sarebbe solo la volontà di migliorare la scuola a livello nazionale, perchè "la scuola è elemento unificante dello Stato e i programmi devono essere uguali per tutti, ma la scuola si deve aprire al contesto territoriale e alzare la propria qualità abbassata dalle scuole del Sud".
Il discorso del Ministro si riferirebbe quindi "alla scuola e non agli insegnanti, che sono due cose diverse".
Mariastella Gelmini, per spiegare meglio questo discorso, ha poi aggiunto: "Ho sempre ritenuto che esistono bravi professori sia al Nord che al Sud, ma il Sud ha oggi un deficit strutturale e di progettualità che non è certo imputabile al corpo docente".
I corsi intensivi dovrebbero servire ai docenti per superare questi problemi di deficit strutturale e di progettualità, senza mettere in dubbio la loro preparazione culturale.
Il problema nasce dai risultati dei test triennali Ocse Pisa, a cui vengono sottoposti un campione di quindicenni dei Paesi sviluppati per stabilire il livello di apprendimento, in base ai quali la scuola italiana è situata al 37° posto delle classifiche internazionali e la situazione peggiora ogni anno di più.
La colpa di questo continuo peggioramento nella realtà scolastica italiana è da imputare al divario crescente tra le scuole del Nord e quelle del Sud.
Secondo i dati Ocse Pisa infatti gli studenti del Nord Est superano la media per quanto riguarda la preparazione in matematica, scienze e comprensione dei testi; gli studenti del Nord Ovest hanno ottenuto buoni risultati; gli studenti del Centro Italia sono nella media dei Paesi sviluppati, mentre gli studenti del Sud Italia e delle isole hanno una preparazione nettamente inferiore rispetto alla media.
Secondo il professor Piero Cipollone, presidente dell'istituto che si occupa di valutare il nostro sistema formativo, "è come se un ragazzo del Sud avesse frequentato la scuola due anni di meno. Dietro tutto questo c'è una componente ambientale. È accertato che le condizioni socioeconomiche sono una delle componenti essenziali dell'apprendimento e purtroppo non si possono cambiare da un momento all'altro".
Da qui la necessità di porre rimedio e di colmare le carenze nel Meridione, con "più formazione e aiuti sia per i docenti che per gli studenti".
Ma le parole del Ministro Gelmini non sono piaciute all'opposizione politica. Per Maria Pia Garavaglia del PD "le dichiarazioni che il ministro Gelmini si è affrettata a ritrattare con la formula di rito che si usa quando ci si accorge di averla fatta grossa, è preoccupante perché rivela le intenzioni reali di questo governo".
Mentre per la Rete degli Studenti è vero che i dati Ocse Pisa rilevano che "l'Italia è ultima in Europa per la qualità della scuola", ma "probabilmente ciò dipende anche dal fatto che siamo pressochè ultimi per quantità di finanziamenti attribuiti al settore".
Invece per Carlo Giovananrdi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, "ci sono scuole eccellenti sia al Nord che al Sud e lo stesso vale per le pessime", ma è innegabile "la realtà di una scuola al Sud che ha più difficoltà". E Maurizio Lupi del Pdl ha accusato la sinistra di strumentalizzare le parole del Ministro, "che da mesi sta lavorando per rendere funzionale un sistema palesemente inefficiente".
Anche Italo Bocchino è intervenuto nel dibattito sostenendo che Mariastella Gelmini ha "impostato con chiarezza il suo lavoro al ministero, facendo capire al Paese che è giunto il momento di avere una scuola più efficiente e competitiva".
Per migliorare la scuola, il Ministro vuole aumentare le ore e premiare la meritocrazia, perchè "è giusto dare agli insegnanti gli strumenti per svolgere il proprio ruolo e un riconoscimento sociale. Reinvestiremo i soldi recuperati dagli sprechi e dal taglio sulle spese per il personale, premiando chi raggiungerà i migliori risultati".
Tra il 2009 e il 2011 è però previsto un taglio di 85.000 professori, che non piace a molti, ma il Ministro risponde a chi la attacca di "indicare una strada diversa" per migliorare i problemi della scuola italiana: "il fatto che negli ultimi anni si siano sommati sprechi e inefficienza e che si sia persa di vista una scuola di qualità costringe il governo a invertire la rotta per innalzare il livello qualitativo della scuola e introdurre la meritocrazia".
I tagli sono una scelta difficile ma necessaria e, conclude il Ministro c'è bisogno "di fare qualche sacrificio oggi per rilanciare la scuola di domani".
(fonte:
studenti.it)
IL COMMENTO DI BOSSI (no ma davvero,
complimenti)
«I professori del sud portano via il lavoro a quelli del nord»
La riforma della scuola è una delle priorità dopo quella sul federalismo. A ribadirlo è il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, che denuncia lo stato attuale dell’istruzione che permette ad insegnanti del meridione di «togliere lavoro agli insegnanti del nord» e consente loro di giudicare negli esami di maturità quei ragazzi che si azzardano ad avere idee del nord e di presentare tesine su Cattaneo, come è accaduto recentemente in Veneto. «Dopo il federalismo - dice Bossi davanti ad alcune centinaia di sostenitori - bisogna passare anche alla riforma della scuola. Non possiamo lasciare martoriare i nostri figli da gente che non viene dal nord. Il problema della scuola è molto sentito perché tocca tutte le famiglie». «La Padania - aggiunge il ministro - è ormai nel cuore di tutti». Bossi denuncia poi un episodio accaduto nel Veneto, a dimostrazione della sua idea: un ragazzo è stato bastonato agli esami «perché aveva presentato una tesina su Carlo Cattaneo. Questi sono crimini contro il nostro popolo e devono finire».
(fonte:
lastampa.it)