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Vittorio Foa, 18/09/1910 - 20/10/2008

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bugblatta
view post Posted on 21/10/2008, 22:11




Vittorio Foa (Torino, 18 settembre 1910 – Formia, 20 ottobre 2008) è stato un politico, giornalista e scrittore italiano, esponente del pensiero di sinistra.
Nacque da una famiglia ebraica piemontese (per parte di padre), nipote di un rabbino.
Nel 1926, subì l'influenza politica di Giovanni Giolitti.
Nel 1930 divenne ufficiale di complemento dell'esercito italiano nel reggimento di re Umberto II col quale ebbe un'amicizia
Nel 1933 entrò in Giustizia e Libertà, movimento politico antifascista, a cuasa del quale venne arrestato a Torino in seguito alla segnalazione di un confidente dell'OVRA, quindi denunciato al Tribunale Speciale Fascista, che lo condannò a 15 anni di reclusione per attività antifascista.
Dopo essere uscito dal carcere nell'agosto 1943, nel settembre dello stesso anno entrò nel Partito d'Azione (PdA), di cui divenne segretario assieme a Ugo La Malfa, Emilio Lussu, Altiero Spinelli e Oronzo Reale (1945), e per cui fu rappresentante nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), prendendo dunque parte alla Resistenza.
All'Assemblea costituente, il 2 giugno 1946, fu eletto deputato del PdA, e dopo lo scioglimento di quest'ultimo nel 1947, alla fine dello stesso anno passò al Partito Socialista Italiano (PSI), per cui fu dirigente nazionale e, per tre legislature (1953-1968), deputato.
Il 1948 fu l'anno in cui Foa entrò nella FIOM (Federazione Impiegati Operai Metallurgici) nazionale; nell'ottobre 1949 entrò nella Segreteria nazionale della CGIL di Giuseppe Di Vittorio, come vicesegretario responsabile dell'Ufficio studi, e nel 1955 fu segretario nazionale della FIOM.
Dopo una collaborazione iniziale nel 1959 con la nascente rivista Passato e presente (nata intorno ad Antonio Giolitti), Foa divenne uno dei massimi teorici della linea politica dell'autonomia operaia, che ispirò molti anni dopo la nascita dell'omonimo movimento politico, e scrisse fra l'altro nel 1961 l'editoriale del primo numero della rivista di Raniero Panzieri, Quaderni rossi, legata a quest'area.
Nel 1964, da una scissione a sinistra del PSI, nacque il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP), di cui Foa fu un dirigente nazionale.Nel 1969 inizia la collaborazione con Il Manifesto.
Per qualche tempo Foa fu membro della direzione del giornale, ma nel 1970 si dimise dalla CGIL e uscì dallo PSIUP, ritirandosi brevemente a vita privata.
A seguito però della sconfitta elettorale dello stesso PSIUP nel 1972 e al suo scioglimento (il 16 luglio), Foa diede vita con diversi socialisti toscani al Nuovo PSIUP; quest'ultimo però nel novembre '72 contribuì, con la sinistra del Movimento Politico dei Lavoratori (MPL) alla creazione del Partito di Unità Proletaria (PdUP), di cui divenne dirigente nazionale.
L'idea di Foa era quella di creare una forza politica che orientasse i gruppi rivoluzionari verso una prospettiva di "governo delle sinistre" distogliendole da una prospettiva rivoluzionaria.
Nel luglio 1974 il PdUP si unificò al gruppo de Il manifesto e nacque il PdUP per il comunismo: Foa fece parte, con Silvano Miniati, della sinistra del nuovo partito.
Col PdUP prese parte alla promozione della lista unica della nuova sinistra, Democrazia Proletaria (DP), avvenuta nel 1975-76: per questo cartello elettorale fu eletto nelle circoscrizioni di Torino e Napoli ma rinunciò a favore di Silverio Corvisieri (Avanguardia Operaia) e Mimmo Pinto (Lotta Continua).
Nel 1977 iniziò anche a scrivere nel Quotidiano dei lavoratori, giornale di AO, mentre sua moglie Lisa intraprese la militanza in LC.
Il '77 fu l'anno in cui il PdUP perse la corrente ex-PSIUP-MPL (assieme alle cosiddette Federazioni unitarie e all'area sindacale di Giovannini) che prese parte alla costituente partitica di DP, mentre il partito rimase in mano alla componente de Il Manifesto.
Foa in seguito ricominciò nuovamente ad allontanarsi dalla vita politica: il suo ultimo intervento ufficiale fu alla commissione del Congresso di DP (gennaio 1980).
Promise di non parlare né scrivere più di politica per almeno quattro anni, e preferì dedicarsi all'insegnamento dopo aver accettato la cattedra di Storia contemporanea nelle università di Modena e Torino.
Il 15 giugno 1987 venne eletto senatore come indipendente nelle liste del PCI, pur non essendo mai stato comunista.
Nel PCI rimase anche quando si trasformò in Partito Democratico della Sinistra (PDS).
Favorevole alla partecipazione italiana nella Guerra del Golfo, nel 1992 abbandona la politica attiva per dedicarsi alla stesura di alcuni libri.
Deluso dal fallimento della sinistra in cui avea creduto per tutta la vita, inizia una metamorfosi che lo porta a riconoscere le legittimità della destra nazionale di Fini e della Lega di Bossi.
Nel 2006, a 96 anni, in una intervista al messaggero, rilascia una dichiarazione che sembra voglia mettere in discussione il suo passato antifascista e anche la sua decennale partecipazione attiva nei partiti di sinistra. Queste le sue parole: "Sarebbe ora di finirla con questa damnatio memoriae per cui la storia del Novecento ruota intorno ai comunisti, agli ex comunisti e ai comunisti o filocomunisti pentiti. C'è una grande storia che è stata rimossa: quella degli antitotalitari democratici e liberali - anticomunisti e antifascisti - che non hanno avuto bisogno di rivelazioni tardive, di omissioni generalizzate e di compiacenti assoluzioni".
Si spegne a Formia il 20 ottobre 2008.
 
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