tradescandia pallida

Basta con i giovani, da "Il conformista" di Massimo Fini (1990)

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plasticine
view post Posted on 12/9/2009, 21:25 by: plasticine




Non sono daccordo su parecchi punti.
La rivoluzione comunista di Leninn e Trotski non si è rivolta ai giovani (che Massimo Fini in questo punto dell'articolo considera esclusivamente "studenti")
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tranne che degli studenti, cioè dei giovani.

semplicemente perchè i pochi che in quel periodo avevano il diritto allo studio erano aristocratici e borghesi educati da tutori, che poco avevano a che fare con la rivoluzione. Una bella contraddizione rispetto al
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Esistono gli operai giovani, gli impiegati giovani, i contadini giovani, i borghesi giovani, ma non esiste una classe di giovani che abbia caratteristiche di omogeneità che vadano oltre alcuni stereotipi di superficie.

Appunto: la maggior parte dei partecipanti erano operai giovani, contadini giovani.
Secondo: c'è una bella differenza tra "adolescente" e "giovane". Gli adolescenti, non i giovani, sono
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conformisti. Basta vedere come vanno vestiti: tutti allo stesso modo. Come si muovono: tutti nella stessa maniera. Cosa pensano: le stesse cose.
I giovani sono arroganti.
I giovani sono supponenti.
Credono sempre che il mondo cominci con loro.

L'adolescenza si divide in "prima adolescenza, corrispondente al periodo puberale dai 11 ai 15 anni, e seconda adolescenza, cioè dai 15 anni fino al completamento dello sviluppo psichico/fisico, generalmente intorno ai 17-22 anni." fonte: Wikipedia
Se dovessi circoscrivere la giovinezza la inserirei tra i 18 e 27 anni, quando lo sviluppo fisico e psichico è praticamente completo, quando ormai non si è più "arroganti, egocentrici, conformisti". Anche la definizione di giovani come conformisti merita una riflessione: non mi sentirei di escludere cosi a cuor leggero gli adulti e gli anziani dalla categoria di "conformisti".
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Hitler e Mussolini si servirono dei giovani per arrivare al potere,li usarono come docile massa di manovra.

Sicuramente, ma che le lodi ai giovani da parte dei politici siano "sospette" è semplicemente ridicola ed assimilabile alla paranoia.
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"Sono i giovani che rappresentano l'avvenie della nazione", "I giovani sono il nostro baluardo", "I giovani sono la spina dorsale del paese", "Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani", "Abbiamo fiducia nei giovani", "I problemi dei giovani", "Cosa pensano i giovani", "I diritti dei giovani", "L'importanza dei giovani".

Vero. Non capisco come possano venire messi in discussione e rivoltate frasi del genere. I giovani sono il futuro, il rinnovamento, il sangue nuovo che porta una nazione a crescere. Gli adulti hanno il dovere di farli crescere nelle migliori condizioni possibili, di garantirgli un' educazione ed una formazione completa e variata, che possa aiutarli a diventare adulti consapevoli, istruiti, pronti ad affrontare il mondo, a migliorarlo. Personalmente la trovo una verità assoluta, una delle poche, una per cui ci si è battuti e che ancora non è stata portata a compimento.
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Ma, si dice, è proprio questo il loro pregio: sono dei puri. Non si piegano ai compromessi. Ma è molto comodo essere dei puri quando non si devono fare i conti con nulla, col lavoro o con la moglie o con i figli o con la bolletta della luce. Quanto siano puri questi giovani lo si vede quando diventano vecchi.

Qui, a mio parere, Fini impone una mescolanza retorica praticamente assurda. La purezza, ancora prima di essere un pregio è una caratteristica, quella che permette ai giovani di guardare il mondo con occhi nuovi, di apportare nuove idee, di immettere nuova linfa in una società che altrimenti non si rinnoverebbe mai. Come si possa contestare una cosa del genere, davvero non capisco.
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Non si piegano ai compromessi.

Ottimo, e se senza dubbio nello scontro con la vita, trovandosi a fare i conti
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col lavoro o con la moglie o con i figli o con la bolletta della luce

queste cartezze si incrineranno, ma sarà la radice, nata in gioventù, a permettere che il compromesso sia più difficoltoso, che sia più difficile piegarsi.

Fini invoca una giovinezza "invecchiata"
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la cosa migliore e più onesta, anche se modesta, che possono fare i iovani e che possiamo chiedere loro di fare è una sola: invecchiare.

senza rendersi conto che già ce l'ha davanti. La nostra generazione è vecchia, disillusa, impossibilitata a sognare, senza ideali. Ed è questo il motivo per cui siamo un branco di apolitici, interessati solo a noi stessi e incapaci a cambiare di una sola virgola il mondo che ci circonda, salvo dichiarare che "tanto fa tutto schifo" e "tanto a che serve?". Allora qual'è il problema a copiare, a basarsi sulle raccomandazioni, a scegliere una facoltà che non ci piace, se l'unico scopo è sistemarsi in un impiego sicuro? è solo la possibilità di avere un gruzzoletto, di tirare avanti il necessario per comprarsi una bella macchina ("prolungamento del pene" tanto quanto i motociclettoni sessantottini), un televisore, che ci spinge a tentare di salire nella scala sociale? è da dire, per rispetto a moltissimi giovani, che di questo comportamento è responsabile in buona parte la società in cui viviamo.
Tra le cause, la mancanza di valori della cultura occidentale, ma nel caso dell'Italia credo sia da ricordare anche come siano state
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Azzerate la scuola e l'università, uccisa la possibilità di imparare un mestiere, impedita la professionalità, garantita l'occupazione ai già occupati, chiuse a riccio le corporazioni, il "futuro" della nazione è rimasto senza futuro.

Qui, a parte contraddirsi, Fini introduce un tema importante: la mancanza di strumenti di crescita, che riprendi anche tu, Marcantonio,
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le nuove generazioni non hanno più speranza delle vecchie di introdurre nuove idee visto che la loro formazione non è certo migliore di quella di chi li ha preceduti

Su questa scia vanno fatte due considerazioni: che questa mancanza comporta un forte rischio totalitario (non la retorica sui giovani) ma anche l'assenza di aspirazioni genuine da parte dei giovani, del ricercare i soldi e non una vera conoscenza ed una propria consapevolezza.
Non è un rischio da sottovalutare, e che può essere assimilato alla condanna all'eterna giovinentù di cui parla Fini, con tutti i rischi che questo comporta, tra cui il fatto che
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I giovani sono tendenzialmente fascisti. E non solo perchè storicamente, come si è detto, hanno appoggiato i regimi fascisti, ma perchè anche quando sono diventati marxisti i giovani si sono comportati da fascisti. Una buona parte del Sessantotto ne è la dimostrazione, con le sue spranghe, le sue spedizioni punitive, le sue motociclettone-prolungamento-del-pene, il suo leaderismo, i suoi antemarcia, il suo moralismo.

Di questa affermazione toglierei la categorizzazione alla gioventù a cui l'assimila Fini per considerare che l'uomo, come è facile osservare durante la giovinezza, è naturalmente portato allo spirito di branco, al "leaderismo", alla violenza, e per questo ha bisogno di un educazione che alla nostra generazione, e speriamo non anche alla prossima!, manca.

CITAZIONE
Ed è per questa retorica imperante che l'Italia di questi anni è stata percorsa da una ventata di "giovanilismo" quale non si era vista mai. Tutti, oltre che lodare, vezzeggiare, coccolare i "giovani", si sono messi a imitare i giovani, a vestirsi come i giovani, a parlare come i giovani, a far finta di pensare come i giovani. Ma qual è stato il risultato di quest'orgia di retorica sui giovani?

Ma come si fa a confondere la paura di invecchiare e di morire, propria della nostra società, con una presupposta "ventata di "giovanilismo""?

CITAZIONE
Ora come ora il problema consiste nel pensare a come tirare su una generazione di politici che sia effettivamente in grado di rappresentare una guida per il paese non introdurre ragazzini freschi di laurea nei ruoli chiave della nostra amministrazione.

Su questo sono daccordo con te, ma non disprezzerei il PD per il tentativo, a cui come dici tu mancano i presupposti.

P.s. Per la differenza tra gioventù e giovinezza (bisognerebbe guardare anche su un vero dizionario, ma al momento mi manca): Word Reference

 
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14 replies since 11/9/2009, 22:16   406 views
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